Coronavirus e salute dei lavoratori

13/03/2020

I principali strumenti di informazione nazionali hanno concentrato la loro attenzione sulla spinta del legislatore al lavoro “agile” o “smart working”, per ridurre spostamenti ed esposizione a rischi di contagio dei lavoratori. Lavorando da casa non si condividono gli spazi con altre persone e così si evita la propagazione del virus.


Tuttavia, l’Italia rimane il terzo Paese manifatturiero d’Europa e le sue imprese necessitano della presenza fisica dei lavoratori nei reparti produttivi, nei cantieri, sui mezzi di trasporto o d’opera. Queste sono state esentate dall’obbligo di chiusura, disposto praticamente solo per il commercio al dettaglio, la ristorazione ed i servizi alla persona. Anche in caso di ulteriori misure, ancor più restrittive, alcune dovranno rimanere attive, per garantire approvvigionamenti di alimenti, farmaci, energia elettrica ed altri beni e servizi indispensabili.


I datori di lavoro, già fortemente impattati dall’emergenza, si trovano a dover assumere decisioni per la tutela dei lavoratori, con il rischio di trascurare aspetti formali o sostanziali che potrebbero comportare sanzioni, assenze per malattia, blocchi della produzione.


Anche nella situazione di emergenza, la corretta ripartizione dei compiti e delle responsabilità tra gli attori dell’organigramma della sicurezza può fornire le risposte corrette, permettendo al datore di lavoro di assumere decisioni consapevoli, rapide, efficaci.


Oltre al tema dell’aggiornamento del Documento di Valutazione dei Rischi – interrogativo che affanna molti interpreti, forse inutilmente, perché una valutazione dei rischi Coronavirus per i propri lavoratori è quantomeno informalmente eseguita in tutte le aziende – occorre assumere decisioni concrete. Tra queste:

  • Come gestire eventuali emergenze sanitarie in azienda, quali i malesseri potenzialmente riconducibili al Coronavirus, tutelando la salute dei soccorritori e del soccorso;
  • Come interpretare ed applicare, in azienda, la raccomandazione di evitare la vicinanza delle persone a meno di un metro, anche intervenendo concretamente sulle modalità produttive;
  • Come dimostrare di aver correttamente individuato i reparti non indispensabili alla produzione;
  • Come dare evidenza documentale dei protocolli anti contagio adottati;
  • Quali differenti soluzioni adottare per la tutela dei lavoratori a contatto con il pubblico o con terzi, rispetto a chi interagisce solo con colleghi;
  • Quali informazioni richiedere o fornire ad appaltatori e sub appaltatori, anche a seguito di eventuali casi sospetti in azienda;
  • Come utilizzare le ore o giornate di smart working anche, per esempio, per sanare eventuali lacune negli obblighi formativi, quando è permesso effettuarli online;
  • Come tenere traccia delle scelte assunte.

Le decisioni corrette e tempestive tutelano i lavoratori e contribuiscono a garantire la continuità produttiva.


Qui sono riportati i link ad alcuni documenti utili alle funzioni aziendali preposte.

https://www.uniascom.va.it/NewsLetter/Ente/NuovoSito/Covid19.pdf


http://repository.regione.veneto.it/public/3a03617aad613e0c9ace03e4e8ec6054.php?lang=it&dl=true


https://www.auslromagna.it/notizie/item/2729-coronavirus-indicazioni-provvisorie-per-le-aziende-ai-fini-dell-adozione-di-misure-per-il-contenimento-del-contagio-da-sars-cov-2


http://www.anma.it/wp-content/uploads/2020/02/indicazioni-contatto-pubblico.pdf

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