Direttiva PIF, approvato il decreto attuativo: ampliato il catalogo dei reati tributari nel D.Lgs. 231/01 e non solo

09/07/2020

Con comunicato stampa ufficiale del Governo emesso in data 7 luglio (n. 54), il Consiglio dei Ministri ha approvato, in esame definitivo, il decreto legislativo di attuazione della direttiva 2017/1371 (cd. Direttiva PIF) relativa alla lotta contro la frode che lede gli interessi finanziari dell’Unione mediante il diritto penale. 

Il decreto – il cui testo definitivo non è ancora disponibile – interviene in maniera significativa sulla disciplina della responsabilità amministrativa degli enti, estendendo il catalogo dei reati presupposto.

Tra le principali novità: 

  • estesa la responsabilità delle società anche ai reati di frode nelle pubbliche forniture, frode in agricoltura (art. 2 della legge n. 898 del 1986) ed al reato di contrabbando, modulando la sanzione a seconda che il reato ecceda o meno la soglia di 100.000 euro;
  • si ampliano i delitti contro la Pubblica Amministrazione includendo i delitti di peculato e di abuso d’ufficio;
  • ulteriormente ampliato il catalogo dei reati tributari per i quali è considerata responsabile anche la persona giuridica includendovi ora anche i delitti di dichiarazione infedele, di omessa dichiarazione e di indebita compensazione, disciplinati agli artt. 4, 5 e 10 quater del D.lgs. 74/2000.

Sul punto si segnala che in relazione ai sopra richiamati reati essi non erano previsti espressamente nella Direttiva PIF e neppure nel testo dell'Atto di Governo sottoposto a parere parlamentare n.151; pare evidente come il Governo abbia inteso andare oltre il dettato comunitario sulla scia di una scelta di inasprimento dell'apparato sanzionatorio in materia tributaria, già inaugurata lo scorso ottobre. 

Il Decreto, inoltre, prevede la punibilità delle ipotesi di delitto tentato (e non solo consumato) per i reati fiscali che presentano l’elemento della transnazionalità, se l’imposta IVA evasa non sia inferiore a 10 milioni di euro e, con riguardo ai reati contro la Pubblica Amministrazione, interviene su alcune fattispecie di corruzione, includendovi anche i casi in cui siano sottratti denaro o utilità al bilancio dell’Unione Europea o ad altri suoi organismi, con danno superiore a 100.000 euro ed estendendo la punibilità a titolo di corruzione dei pubblici ufficiali e degli incaricati di pubblico servizio di Stati non appartenenti all’UE, quando i fatti ledono o pongono in pericolo gli interessi finanziari dell’Unione.

In conclusione, all’indomani della Legge 157/2019, che ha esteso la responsabilità degli enti anche ai reati tributari, le società sono, dunque, nuovamente tenute a condurre specifiche attività di risk assessment volte all’implementazione o all'aggiornamento del Modello Organizzativo 231 attraverso l’integrazione dei principi di comportamento e delle procedure esistenti ed il rafforzamento dei controlli a presidio del rischio di commissione degli illeciti in oggetto. Il tutto ovviamente in attesa di conoscere il testo definitivo.

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